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Questo corso si prefigge di gettare le basi conoscitive per effettuare con perizia una copiosa pesca in mare tramite ausili esterni quali i fucili a canna mozza, le reti a strascico, le bombe di profondità, l’avvelenamento chimico e l’esodo forzato di massa delle varie razze di pesce. Gli aspetti che saranno sviluppati sono: cronistoria, attrezzature, metodologie ed applicazioni, ripercussioni; tutto ciò in un clima disteso e conviviale da coprifuoco ceceno.

Analizziamo quindi i casi sopra elencati:

 

FUCILI SUBACQUEI DELLA NUOVA GENERAZIONE

La ricerca costante di migliorie tecnologiche che rispondano alle crescenti esigenze dei poveri predatori marini, ha portato negli anni alla produzione di interessantissime alternative all’ormai obsoleti fucili ad aria compressa e arbaleti; molta acqua è passata sotto i ponti da quando si andava a pescare le vongole armati di fionda, ora si può confidare sulla precisione di puntatori laser e dei proiettili al bromuro di capilene, che non lasciano scampo ai velocissimi molluschi.

Gli ultimi modelli di fucile erogano una potenza stimata di 300HP, dalla potenza di fuoco simile alla capacità di alcuni Dj di dire stupidaggini a raffica; montati su un treppiede fissato agli scogli, non hanno neanche bisogno di raffreddamento per la canna (soprattutto se adoperati nelle acque dello stretto di Bering), sono provvisti di pratica sacca a tracolla e, nei modelli più grandi, di poltroncina con poggia schiena. La pratica bandoliera alloggia 12000 proiettili all’uranio impoverito, il suo peso permette di non portare la cintura di zavorra. Colori assortiti.

E’ la pratica sportiva preferita dai professionisti e dai cecchini psicopatici.

 

PESCA DINAMITARDA

Bisogna fare una distinguo fra i petardi lanciati da terra, dalla barca o dalle rampe missilistiche e le bombe di profondità: le pesca operata con le prime sarà infatti copiosa, ma limitata alle specie ittiche di superficie quali castagnole, ricciole, sottomarini alla fonda; con le bombe di profondità, invece, le prede saranno anche crostacei, polpi e nudibranchi.

I buoni risultati dipendono dalla conoscenza delle tecniche adeguate, per effettuare un ottimo lancio da riva è infatti utile allenarsi (lo si può fare anche in ufficio o al supermercato), occorre togliere la sicura e smaltire la linguetta nell’apposito contenitore per rifiuti, poi impugnando l’ordigno con la mano destra e puntando col dito dell’altra mano l’orizzonte, si deve eseguire un’ampia rotazione che porterà quindi la mano destra con uno scatto in avanti, se si sarà abbastanza veloci nel rilasciare i muscoli della mano esatta, questa libererà la mina scagliandola verso il mare aperto (sarà utile quindi orientarsi verso il mare piuttosto che verso i bagnanti), nel caso di errore nessun problema, basterà raccogliere l’ordigno ed eseguire un altro tentativo seguendo attentamente le istruzioni che spesso sono anche riportate sul fondo della bomba. Si sconsiglia il terzo tentativo a seguire (per non affaticare il braccio).

Se di corporatura esile, sono in commercio rampe di lancio di varia potenza che sono spesso montate su supporti in carbonio (più leggeri) o camion lanciamissili (più pesanti).

L’utilizzo delle bombe di profondità è invece più semplice, l’unica avvertenza è quella di evitare di stazionare in prossimità della zona di deflagrazione soprattutto se si adoperano bombe a frammentazione. I migliori risultati si raggiungono nelle aree marine protette, sulle barriere coralline e nell’acquario di Genova.

Fra i positivi aspetti di queste pratiche di pesca si evidenzia la totale assenza di impegno fisico per il recupero delle prede e la possibilità di operare nei ritagli di tempo: è consigliato a chi vuole vincere facile ed a chi non ha mai tempo per fare del sano sport.

 

 

PESCA SPORTIVA CON RETI A STRASCICO

Questa interessante disciplina ha le sue radici nello spirito goliardico dei contadini vietnamiti nelle risaie dello Yang tze, questi erano avvezzi a sarchiare il terreno agricolo con aratri trainati da buoi, noncuranti di ciò che sarchiavano, ed ancora oggi in memoria di quegli agricoltori, si pratica questa efficiente disciplina sportiva, anche se i buoi sono stati sostituiti dai cavalli (450Hp) dei motori fuoribordo.

Vista la semplicità d’esecuzione ed i sicuri risultati, è consigliata ai principianti ed agli idioti; basta adagiare sul fondo chilometri di robuste reti e trainarle con forza recuperandole. Rimarranno ad asse impigliati tutti i pesci, i crostacei, i molluschi, i briozoi, gli cnidari, le tane ed i relitti sommersi che incontrerà.

Sfortunatamente c’è un aspetto negativo: prima di poter riprovare le stesse emozioni nella stessa zona bisognerà attendere circa un secolo.

Come già scritto è un’attività divertente adatta ai principianti, a coloro che hanno molto tempo a disposizione ed ai collezionisti di souvenir subacquei e pietre.

 

 

BIOPESCA

Molto simile alla pesca dinamitarda, questa pratica è certamente più economica; gli ingredienti sono: un retino,  tre fusti di liquido tossico, venefico o radioattivo, sale quanto basta.

Versare nella zona interessata alla pesca una quantità opportuna di liquido, tanto più liquido quanto più estesa la zona, mescolare bene eliminando tutti i grumi, attendere qualche minuto, raccogliere con la schiumarola ciò che sale in superficie a pancia in su. La zuppa di pesce è assicurata!

E’ opportuno portare da casa un sacchetto ove riporre i fusti vuoti dopo l’uso e smaltirli negli appositi cassonetti per fusti contaminati che si trovano ai bordi delle strade, bisogna salvaguardare l’ambiente!

Per facilitare il recupero delle prede quando questo divertente sport viene praticato di notte, si utilizzano esclusivamente i liquami radioattivi di scarto delle centrali nucleari, che donano ai pesci quella simpatica luminescenza verde intermittente che li rende più facilmente individuabili nel buio e offrono inoltre suggestivi scenari fotografici, la famosa bioluminescenza.

 

 

PESCA DA DIPORTO

Questa particolare disciplina è la sintesi del nome stesso: si deporta il pesce.

Allettandoli con aleatorie promesse di libertà, si ammassano i pesci deportati su carghi fatiscenti ed infestati da parassiti, in scompartimenti bui e freddi, negando loro i più elementari diritti e celando la destinazione ed i tempi di percorrenza, eventualmente facendo loro pagare in anticipo un esoso biglietto senza diritto di recesso (praticamente gli si offre un viaggio intercity FFSS). Al termine dell’estenuante viaggio i sopravvissuti saranno reintrodotti in ordine casuale nei bacini di ripopolamento, pronti per una nuova battuta di pesca.

 

 

LA PESCA TOTALE

Come per la pesca dinamitarda, con la differenza che si adoperano solo ordigni atomici con testate nucleari e che c’è un solo tentativo valido.

Consigliato ai soli utenti esperti e facoltosi.

 

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